Asfalto Trek: Pievi, Chiese e Castelli

Asfalto Trek: Pievi, Chiese e Castelli

Oggi vi porto a fare questo anello nelle colline intorno a Rignano sull’Arno: “Anello Pievi, Chiese e Castelli”. Io avrei scelto un nome un po’ più azzeccato tipo Anello dei Santi (tra le Chiese/Pievi che sono dedicate ai Santi, i tabernacoli e le piccole frazioni in cui passa: Santa Maria, San Martino) anche perché di castelli ce n’è soltanto uno (che delusione) e ci sono soltanto i resti (quindi per un’archeologa fallita come me bellissimo, ma magari altri volevano vedere un vero castello eh).

Però basta spoiler, ecco tutto il percorso per filo e per segno!

Ah si, un’ultima cosa…questo è uno di quei trek che mi piace chiamare ASFALTO TREK (il perché mi pare chiaro).

ASFALTO TREK: PIEVI, CHIESE E CASTELLI

Lunghezza: 11 km ca.

Dislivello in salita: 330 m ca.

Durata: 3h e 30 ca.

Difficoltà: superfacile

Fatica: quasi inesistente, le salitine sono tutte molto dolci

Fondo: la maggior parte è su asfalto, qualche strada bianca e nessun sentiero

Voto: 6

Sentimento che mi ha scaturito questa escursione: calma, troppa presenza umana

Partenza: parcheggiamo la macchina. Una cosa che ho notato di Rignano è che ci sono un casino di parcheggi, quindi trovare posto non sarà un problema. Io l’ho lasciata nel parcheggio di Via dell’Indipendenza dove è presente anche una “casina” di Publiacqua per riempire la borraccia. Comunque lasciate la macchina dove vi pare ed andate in direzione Pieve di San Leolino (ecco il primo santo!). Questa è molto antica, viene menzionata nei documenti per la prima volta nel 1008. Purtroppo quando sono passata era chiusa. Ma la domanda che mi sono posta è: chi era questo Santo che aveva un nome così tenerino? Di questo santo poco si sa. Sulla spiegazione fuori dalla Pieve c’è scritto che era un vescovo itinerante vissuto nel IV secolo d.C. e che fu forse martirizzato in Val di Sieve. Questo spiegherebbe perché in zona ci sono altre chiese dedicate a lui.

Da qui iniziamo a trovare le frecce che indicano il percorso da fare. È SEGNATO TALMENTE BENE CHE QUESTA DESCRIZIONE è QUASI INUTILE (però ho preso tutti gli appunti quindi ve la faccio lo stesso).

Superiamo il cimitero di Rignano (per chi non lo sa io ho una passione smisurata per questi luoghi, ma questo è troppo grande e moderno quindi non ci sono neanche entrata) e la strada asfaltata piano piano diventerà sterrata con una dolce salitina con un bel panorama su Rignano dall’alto.

Arriviamo al primo bivio e prendiamo a sinistra; questa sarà una delle poche parti all’ombra di questo anello. Continuiamo sulla strada bianca fino a delle case in curva; davanti a queste vedrete delle bottiglie di plastica a testa all’ingiù. Se salite sul cucuzzolo troverete i resti del Castelluccio di Rignano (tra l’altro quando ho visto il posto mi sono ricordata che ero già stata qui per fare dei rilevamenti quando ero all’università) che è attestato per la prima volta in un documento del 1086 (quindi è più recente della Pieve). Qui sono stati condotti scavi dall’Unifi fino al 2019.

Continuiamo sulla strada bianca mantenendo la sinistra e incontriamo molte piante di ailanto (pianta non autoctona, super infestante e bruttina). Qui il panorama inizierà un po’ a cambiare ed incontreremo oliveti, vigneti ed in alcuni punti i bordi della strada saranno incorniciati da cipressi. Passiamo prima davanti a “Borgo” dove ci sono alcune belle case e poi arriviamo davanti alla Fattoria di Pagnana dove andiamo a sinistra fino a ritornare alla strada provinciale e quindi all’asfalto. Andiamo nuovamente a sinistra e dopo pochi metri prendiamo la strada a destra in salita. Questa ci porterà al Bombone e rispunteremo alla piccola chiesa (dedicata credo a Sant’Antonio – 2 santi) dove andiamo a sinistra.

Sempre sull’asfalto andiamo verso Santa Maria e San Martino (altri santi!!). Come già detto queste strade sono asfaltate, ma sono poco trafficate ed hanno dei panorami carini da ammirare. Al tabernacolo si va a destra verso Santa Maria dove potrete fare una piccola deviazione per vedere la chiesa di Santa Maria a Nuovoli (che vi apparirà di spalle) molto semplice, ma molto antica: risale infatti al 1066. È chiusa e molto probabilmente qui non vengono più fatte messe.

Continuiamo in salita passando davanti a delle belle case di pietra che devono avere diversi anni.

Si rispunta di nuovo sulla provinciale dove andiamo a sinistra e poco più avanti arriviamo alla chiesa di San Pietro in Perticaia: finalmente una aperta! Qui si doveva trovare una torre di avvistamento longobarda identificabile con l’edificio a destra della chiesa, mentre la chiesa risale all’XI secolo.

Rimaniamo sulla sinistra in Via di San Pietro nuovamente (grazie a Dio) su una strada bianca. Lungo questa strada incontreremo quella che su Google Maps viene chiamata la Croce dei Contadini, con una dedica alla Madonna. In fondo alla strada si prende a sinistra e si giunge prima davanti al Cimitero e poi al Monastero di San Cristoforo in Perticaia.

Io vi consiglio una visita al cimitero. Nella mia ignoranza non pensavo che a San Cristoforo in Perticaia (mai sentito in vita mia prima di oggi) ci potesse essere un cimitero così grande. Comunque vi consiglio di andare a guardare la parete di fondo sulla destra dove ci sono tante belle e vecchie lapidi dove si vedono ancora bene le immagini in bianco e nero.

Andiamo poi a dare un’occhiata alla chiesa, anche questa aperta, anche questa risale all’XI secolo (1037 ca.). Sinceramente a me ste chiese tutte intonacate non piacciono, son più belle quelle con le pietre a vista, quelle che profumano di storia. All’interno ci sono tracce di affreschi che dovevano estendersi su gran parte delle pareti. Ci sono anche dei gattini!

Vista anche la chiesa torniamo un pezzettino indietro e dopo il cimitero andiamo a destra su via di San Martino, una stretta stradina tra olivete. Prendiamo la seconda strada sulla sinistra che tornerà ad essere una stradina bianca e scendiamo con calma e tranquillità fino a rispuntare sul ponte che si affaccia sulla circonvallazione e sulla ferrovia.

In questo periodo sono fatte le more, le susine e l’uva. Trovate tutto lungo il percorso, ma non fate gli abbuffoni!

Rispunteremo quindi alla Torre di Pian dell’Isola: bella, una delle cose più belle che ho visto durante il giro. Un tempo era molto diversa da come la vediamo oggi, risale all’XI-XII secolo. La cosa curiosa è che di solito le torri venivano costruite in altura, mentre questa si trova proprio a ridosso dell’Arno, forse perché qui si trovava un ponte. È alta ben 24 m.

Da qui andiamo verso sinistra su Via Roma che ci riporterà, costeggiando l’Arno, fino al ponte di Rignano ed alla macchina. Fate attenzione in alcuni punti non c’è il marciapiede.

Anche per oggi il percorso è finito.

Fatemi sapere se lo fate, se lo leggete, se sapete qualcosa di più sui luoghi da cui passa etc.

Buon AsfaltoTrek!

Qui trovate il percorso: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/asfalto-trek-chiese-pievi-e-castelli-112229527

Grazie di cuore

Da Vallombrosa a Saltino e ritorno

Da Vallombrosa a Saltino e ritorno

Eccoci qui con il primo articolo. Che poi non è un articolo, ma la descrizione di un percorso escursionistico che potrete fare in piena autonomia.

Non mi reputo un brava scrittrice, quindi abbiate pietà di me. La cosa che mi piace fare è spiegarvi i sentieri così che in qualche modo io vi possa accompagnare su di essi anche se non sono fisicamente con voi (spero non vi perdiate)

Detto ciò, ho rimandato tanto il “primo articolo”. Volevo cercare quello giusto, il sentiero bello, il percorso perfetto (che ovviamente sarebbe stato il Sentiero delle Burraie). E invece no, parto da questo. Senza infamia e senza lode. Perché l’ho fatto pochi giorni fa e quindi sono sicura di ricordarmi bene tutti i passaggi (se poi lo fate e trovate qualche errore fatemi sapere).

Quindi bando alle ciance, andiamo a camminare!

DA VALLOMBROSA A SALTINO E RITORNO

Lunghezza: 14,5 km ca.

Dislivello in salita: 660 m ca.

Durata: 5 h ca.

Difficoltà: tutto su sentieri facili e ben segnati (tranne pochi punti che vi dirò)

Fatica: c’è un pochino da sudare, ci sono alcune salitine niente male

Fondo: la maggior parte è su strade forestali, strade bianche e lastricati (occhio se piove, si scivola!), ma c’è anche un sentierino ed un po’ di asfalto.

Voto: 7 – (ovviamente è soggettivo)

Sentimento che mi ha scaturito questa escursione: pace e tranquillità

Partenza: lasciamo la macchina a Vallombrosa (ci sono vari parcheggi – siamo a 950 m s.l.m. ca.) e da qui andiamo verso l’arboreto sperimentale (può essere visitato solo con visite guidate gratuite da giugno a settembre che vanno prenotate – io ovviamente ho aspettato le 14 come una bischera per capire ciò). Continuiamo sul sentiero ed al primo incrocio andiamo a destra sull’11 (Sentiero CAI), attraversiamo la strada ed andiamo verso Saltino lungo un sentiero che inizialmente sembrerà salire dolcemente, ma poi ci aspetterà una bella pettatina (l’altitudine max raggiunta è di circa 1120 m s.l.m).

Ho avuto la fortuna di fare questo giro il giorno dopo che era piovuto. Non vi sto a dire i profumi che emanava il bosco.

Continuiamo sempre su questo sentiero (dovrete superare una sbarra verde) che poi diventerà CAI 13 e, dopo essere passati davanti a Bocca di Lupo (dove però non c’è nessun lupo), raggiungerete Saltino (di nuovo 950 m s.l.m ca.).

Arrivati sulla strada principale andiamo a sinistra. Ma prima io vi consiglio di fare un giretto in questo piccolo abitato che si anima solo durante la stagione estiva. Qui il tempo sembra essersi fermato. Ci sono tanti alberghi e ristoranti, un vero luogo di villeggiatura! Potete fare una sosta al bar a prendere un caffè oppure passare all’ufficio turistico a chiedere qualche informazione (sono molto simpatici) oppure andare poco più avanti del bar fino alla Bottega del Mobile Antico di Bertini Milco. Trooooppo bellina: ci sono oggetti vecchissimi, i macinini, i vecchi ferri da stiro, modellini di macchine d’epoca etc. c’era anche un bel cucchiaio di legno con scritto Valle d’Aosta. Purtroppo il signor Milco stava dormendo quindi non sono entrata, ma la prossima volta ci entro per forza!

Fatto ciò torniamo indietro e continuiamo su asfalto lungo la strada principale. Incontreremo un bel punto panoramico (ho avuto la fortuna di trovarmi sopra le nuvole) e davanti a questo una delle case più belle che io abbia mai visto: chissà che vista da quelle terrazze e che belle feste che si tenevano lì, con macchine lussuose che percorrevano il bel viale d’accesso. Dalle informazioni che ho trovato su internet fu costruita nel 1925 dalla famiglia milanese Formenti ed è stata usata sia come casinò che come colonia per ragazzi. Oggi è una proprietà privata.

Continuiamo su strada asfaltata (attenzione, non c’è marciapiede – sentiero 18) fino a che non incontriamo un’altra strada, sempre asfaltata, sulla sinistra che va verso Cascina Vecchia. Prendiamo questa ed iniziamo un po’ a salire. Questa poi diventerà una strada bianca ed il nostro cammino sarà allietato anche da belle vedute ed incontreremo anche una struttura molto particolare che sembra una Burraia (ma probabilmente non lo è, perché questa non è zona).

Arrivati a Cascina Vecchia (luogo di centri estivi per ragazzi) dobbiamo proseguire per Massanera. Fate attenzione a quale strada prendete (io ovviamente ho sbagliato)! Se prendete la strada in salita con accanto la chiesetta in legno SIETE SU QUELLA SBAGLITA, quella giusta è un pochino più sotto.

Questa strada, molto tranquilla e quasi in piano ci condurrà fino a Massanera. Lungo il percorso incontreremo bei panorami e la strada sarà incorniciata da abeti bianchi, castagni, ginestre, rose canine etc.

Arrivati a Massanera (1075 m s.l.m.) foto di rito alla croce con il bellissimo panorama intorno. A questo punto torniamo un pochino indietro sui nostri passi fino a che sulla destra non noterete uno spiazzo con tavolini e bacheca con cartello informativo. Da qui prendiamo il 14 verso Macinaia. Questo è l’unico vero sentiero di tutto l’anello, passeremo in mezzo a felci e tra rocce, per finire in una bella faggeta. Fate molta attenzione ai segni bianchi e rossi perché in alcuni punti il sentiero si vede poco. Il sentiero è un po’ come le montagne russe, sale e scende fino ad una pista forestale. Qui prendiamo a sinistra in salita e saliamo fino ad arrivare a Macinaia (1314 m s.l.m.), dove si trova una fonte con acqua buona.

Andiamo quindi a sinistra sul sentiero 12 che ci riporterà fino a Vallombrosa. In alcuni punti questa strada ha un selciato molto bello, ma fate attenzione se piove: si scivola abbestia!

Con questo non mi resta che augurarvi una buona e piacevole escursione

Per qualsiasi altra informazione sono a vostra disposizione, potete anche consigliarmi qualche sentiero da fare. Ah, ovviamente aspetto commenti su questo primo articolo: cosa migliorare, cosa aggiungere, cosa togliere!

Qui trovate il percorso: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/da-vallombrosa-a-saltino-e-ritorno-111608872

Grazie di cuore