Il Sentiero dell’Armonia a Raggiolo

Il Sentiero dell’Armonia a Raggiolo

Immagine presa dalla pagina Facebook Tipografare
Palo per impalamento


https://www.facebook.com/reel/849875273617715

http://www.giovannuzzilegno.it/

La Camminata del Perugino

La Camminata del Perugino


LE BALZE E LE CASE ROSA

LE BALZE E LE CASE ROSA

Come vi ho detto milioni di volte sto cercando di uscire dalla mia confort zone e quindi giorni fa sono andata a fare un salto nel Valdarno per vedere le Balze di Reggello. Alcune parti sono molto belle, ma altre…c’è davvero troppa presenza umana.

E’ comunque un bel giretto tranquillo, direi digestivo, da fare per vedere le Balze (più antropizzate).

LE BALZE E LE CASE ROSA

Lunghezza: 10,5 ca.

Dislivello in salita: 250 m ca.

Durata: ¾ h

Difficoltà: facile

Fatica: poca, ci sono solo un paio di salite…il resto è tutto in piano

Fondo: sentieri (tenuti e non più tenuti), strade bianche, sterrate ed un po’di asfalto (soprattutto nell’ultima parte)

Voto: 6 1/2

Sentimento che mi ha scaturito questa escursione: dipende dai punti, STUPORE in alcuni (perché era la prima volta che vedevo le balze), ODIO PER L’UMANITA’ in altri (ma quello è sempre presente)

Zona di Caccia: in parte si

Linea Cell: io ho TIM, ce n’è poca

Partenza: Già qui i primi problemi. Sono arrivata passando dalla strada di Ostina presa dalla zona dell’Oasi ecologica “Il Poderino”. La strada è chiusa per frana, ma tranquilli! Continuando sulla provinciale troverete un’altra stradina che vi porterà dritti dritti davanti alla Chiesa di San Tommaso ad Ostina dove possiamo lasciare la macchina ed iniziare il percorso.

La chiesa risale al XII-XIII secolo e pare che in questa zona, dal 1993, la Madonna sia apparsa svariate volte. Non mi soffermo sull’argomento, ma per altre info guardate qui https://profezie3m.altervista.org/ptm_ostina.htm

Lasciamoci la chiesa alle spalle e giriamo quasi subito a sinistra alla Fattoria di Ostina (riconoscibile dagli edifici in mattoni e dai bei silos in pietra) su una stradina che ci porterà in mezzo a delle ulivete. Continuiamo su questa fino a che non ci troviamo davanti ad un quadrivio (un monte di stradine). Qui prendiamo la prima sulla sinistra in discesa (simbolo bianco-rosso del CAI – è un vecchio sentiero, credo, non più tenuto).

Il quadrivio (si va a sx in discesa)

Questo sentierino un po’ wild ci porterà lungo il Borro del Salvini (che bel nome) dove c’è poca acqua, ma un monte di ortica. Dopo un po’ di zig zag (e dopo aver superato un capanno abbandonato) alla nostra destra si vedranno loro: LE BALZE!

Ma cosa sono ste Balze? Sono degli strani rilievi di detriti stratificati composti da sabbia, argilla, ciottoli e ghiaia, formati per erosione in seguito al prosciugamento di un lago che ricopriva la zona due milioni di anni fa e modellati dagli agenti atmosferici. Si amici, un tempo tutto il Valdarno era un lago che aveva come limiti il Pratomagno ed i Monti del Chianti. Quindi se fossimo stati qui due milioni di anni fa, proprio in questo punto, si sarebbe morti affogati!

Continuiamo ed arriviamo ad una stradina messa meglio del sentiero appena percorso. Qui volendo possiamo fare una deviazione sulla destra per andare a vedere le balze da altre prospettive, oppure continuare sulla sinistra (dove ufficialmente continua il nostro giro). Ci ritroveremo nuovamente in mezzo ai campi. Una villetta rosa salmone ci indicherà il ritorno alla civiltà (tra l’altro al pilone prima della casa, giratevi indietro a guardare il panorama. OGNI TANTO VI DOVETE GIRARE, SENNO’ VI PERDETE UN SACCO DI PANORAMI).

Arriviamo quindi a Vaggio, un piccolo paesino di ca. 1500 anime, e prendiamo a destra sulla strada asfaltata verso la Chiesa che tra l’altro non ha un campanile (io sconvolta), ma solo delle piccole campane laterali. Passiamo davanti al murales della Fiorentina e, dopo di questo, riprendiamo la stradina sulla destra che ci riporterà nuovamente verso campi, orti e case sovrastate dalle balze.

Fino a qui il percorso è stato quasi tutto in piana (massimo un po’ di discesa), ma finalmente incontriamo un po’ di salitina (il pranzo va un po’sudato). Fatta la salita ridiscendiamo ed arriviamo ad un bivio. Andate dalla parte che preferite tanto entrambi i sentieri portano davanti a Casa Lischetto, una deliziosa casina rosa con le persiane rosse, una chicca. Tra l’altro qui se usate Locus Map (sulle altre app non so) vi segnala un percorso più corto che taglia in mozzo ai campi: non fatelo, non esiste più.

Casa Lischetto

Passiamo davanti alla casina carina e, superato un bellissimo panorama sulle Balze, continuiamo sulla strada, tutto in piano, fino ad arrivare a delle belle case (Nocellino) in pietra con un sacco di oche e cani. Superiamo queste case ed un ponticino ed andiamo a destra. E nuovamente alla nostra sinistra altre balze.

Continuiamo su questa strada per un piccolo pezzo, prima della casa gialla andiamo infatti a sinistra. Ed eccole di nuovo, le balze…sta volta però si vedono proprio bene!

Seguiamo i simboli del CAI che ci faranno costeggiare una rete metallica e ci porteranno ad una nuova salitina – scolliniamo – discesa (occhio qui se è piovuto, si scivola che è una meraviglia). Anche questo è un sentiero che non so quanto sia tenuto (per ora ci si passa) quindi non mettetevi giubbotti boni perché in alcuni punti c’è qualche rovo. Comunque sulla sinistra ad un certo punto si aprirà un bel panorama (no sulle balze) su vigne e delle verdissime colline. Il sentiero risbucherà su una stradina, con una casetta abbandonata al lato, dove andiamo a destra verso la casa rosa salmone, Ricchiortoli di Sopra (alla casetta abbandonata possiamo comunque fare una breve deviazione a sinistra per vedere le balze!).

Dopo la casa rosa svoltiamo a destra e rimaniamo ancora in piano su strada bianca sempre con qualche visuale sulle balze.

Al primo bivio rimaniamo sulla sinistra ed incontriamo sia la berretta del prete, facilmente riconoscibile per il suo colore fucsia (che a me piace un sacco), che l’ontano, riconoscibile per le sue pignette mignon (io raccolgo quelle a terra per fare dei lavoretti natalizi). Incontriamo anche un nuovo bel panorama sulle balze. Più avanti la vegetazione cambia ed incontriamo dei castagni ed un incrocio dove andiamo a destra ed iniziamo nuovamente a salire un po’ (questa è ripidina). Quasi alla fine della salita sulla sinistra si aprirà un bel panorama sulle balze del Gretaio, dietro alle quali si trova un monte che è niente popo di meno che il Poggio di Firenze.

Balze del Gretaio con il Poggio di Firenze dietro

Risbuchiamo su strada asfaltata in un piccolo borghettino, detto Merenzi, con case molto antiche ed una, ovviamente, rosa. In queste zone il rosa va parecchio (proprio la zona che fa per me).

Da qui sarà purtroppo tutta strada asfaltata, non molto trafficata, fino alla macchina. Superiamo un tabernacolo e la Chiesa di San Siro a Cascia che risale al XII secolo, ma probabilmente qui in epoca più antica si trovava una struttura difensiva. Giriamo poi a destra in Via delle Quattro Vie ed alla seconda curva prendiamo il sentiero tra la casa gialla e la casa rosa-rossa (strano).

Costeggiamo quindi le case passando davanti ai cancelli e risbuchiamo in una zona industriale: alla nostra sinistra un grande edificio giallo con il parcheggio delle Alterini davanti ed alla nostra destra l’area ecologica con un sacco di cassonetti. Alla rotonda con l’albero al centro continuiamo dritto e prediamo poi la strada di Ostina sulla destra.

Questa strada ci riporterà fino alla macchina, ma prima ci saranno delle soste da fare:

  • Il cimitero, dove io consiglio sempre di fare un giro: i cimiteri non sono luoghi tristi, sono testimonianze del nostro passato.
  • La frana…io ho scavalcato le transenne e sono passata sopra, ma potete anche aggirarla passando dai campi sopra.
  • La Cappellina della Misericordia.

Così anche questa avventura si conclude. Ah, se vi appare la Madonna fatemi sapere!

Qui trovate il percorso

https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/balze-e-case-rosa-118790626

Come al solito se fate il percorso, se trovate errori, se avete altre informazioni su queste zone, se mi volete consigliare qualche percorso, se mi volete suggerire qualche CIMITERO da visitare (o profanare, dipende dai punti di vista), qualche struttura abbandonata da esplorare…Scrivetemi!

Buona escursione

Grazie di cuore

PATERNO OLTRE LA CAVA

PATERNO OLTRE LA CAVA

Nelle mie peregrinazioni vicino a casa sono finita in un piccolo paesino (se così possiamo chiamarlo) nel Mugello: Paterno. Attenzione questo è Paterno nel Comune di Vaglia, non quello nel Comune di Fiesole. Esistono comunque tanti Paterno: in provincia di Ancona, Aquila, Potenza, Macerata, Catania (Paternò) e tanti altri. Detto ciò, io qui non c’ero mai stata in tutta la mia vita anche perché non è sulla strada principale e quindi bisogna proprio volerci andare.

Quando arrivate qui diciamo che la prima impressione non è delle migliori perché vi troverete davanti l’ex cava di calce di Paterno che, notizia di questi ultimi mesi, dovrebbe essere bonificata (per anni qui sono stati smaltiti illecitamente rifiuti).

Con queste fantastiche premesse partiamo per la nostra escursione!

PATERNO OLTRE LA CAVA

Lunghezza: 9,5 km ca.

Dislivello in salita: 280 m ca.

Durata: 2 ore e mezzo ca.

Difficoltà: superfacile

Fatica: poca

Fondo: sentieri e strade bianche, un pochino di asfalto

Voto: 7

Sentimento che mi ha scaturito questa escursione: spensieratezza

Partenza: Allora essendo Paterno piccolino, posto per la macchina ce n’è poco. Io l’ho lasciata in uno spiazzo poco dopo l’Antica Trattoria Albergo Paterno (che è aperto) sulla destra. Da lì partono i sentieri (siamo a 332 m s.l.m.).

Non continuiamo a dritto, ma oltrepassiamo il ponticino (CAI 68) ed iniziamo a salire dolcemente su strada asfaltata bella circondata dal bosco dove dovrebbero passare poche macchine. Alla seconda curva vi ritroverete una stradina sulla sinistra che io vi consiglio di imboccare, arriverete così alla Chiesa di Santa Maria a Paterno…o meglio, quello che ne rimane. Purtroppo è in uno stato di abbandono e sta crollando a pezzi.

La chiesa risale almeno al XII secolo, prima del suo disuso aveva all’interno anche qualche opera interessante come delle terrecotte Della Robbia. Vi metto delle immagini dell’interno che ho trovato su Fb (Chiese del Mugello e non solo). Che tristezza.

Comunque da qui torniamo sulla strada asfaltata e proseguiamo il nostro cammino. Incontriamo una strada bianca sulla destra (Via del Bucinaccio), ma non la consideriamo…sarà la strada da cui torneremo!

Piano piano la strada asfaltata diventa una strada bianca ed, a una specie di trivio dove ci sono anche le frecce dei sentieri, andiamo verso sinistra su via Fonte di Ribaldo. Continuiamo su questa strada in mezzo al bosco fino a che sulla sinistra troviamo un sentiero in discesa (non si vede molto bene) e sull’albero scritto 68.

Arriviamo quindi alla Fonte di Rinbaldo (ho cercato cosa o chi potesse essere, ma non ho trovato nulla…se qualcuno sapesse qualcosa sono tutta orecchie!) sotto un fico, un luogo un po’ wild; accanto a questa quando c’è acqua ci deve essere una bella cascatina.

Il sentiero continua passando davanti alla Fonte, si costeggia poi una bella casa di pietra (C.Contra) con recinzione fino a rispuntare su una strada sterrata dove andiamo a sinistra.

Lungo il percorso si incontrano tante specie di alberi e di arbusti: rosa canina, aceri campestri, noccioli, cornioli, ginepri, ginestre etc.

Poco dopo sulla destra prendiamo un breve sentiero per ca. 10 m (sempre il 68) che ci rimette su una strada bianca ed andiamo a destra (quando non lo specifico, se ci sono degli incroci, si continua a dritto). Per evitare un po’di questa strada bianca possiamo prendere un sentiero nuovamente sulla destra (sempre 68), facendo sempre attenzione a dove sono i segni del CAI (ad un certo punto il sentiero non va a dritto, ma svolta a sinistra). Si fa quindi un piacevole sentierino nel bosco che ci porterà a delle frecce ed andiamo a destra (68).

Io ve la sto facendo lunga eh, in poche parole basta che seguite il 68.

Il sentiero sale molto dolcemente fino al crinale. Qui gli alberi inizieranno a diradarsi ed anche il terreno cambierà. Non vedremo più segni del CAI perché saranno imboscati sulla sinistra, dove c’è pure una specie di cancello che va aperto/richiuso e continuiamo lungo il sentiero.

Arriviamo quindi al primo poggio: Poggio Tentinosi (593 m s.l.m.). Qui il nostro sguardo inizierà a vagare soprattutto verso i monti del Mugello, ma anche zone più vicine come Pratolino, le Caselline etc.. Dopo aver ammirato con un 360° ciò che ci circonda (se siete ciuchi come me in geografia, io vi consiglio di scaricare PeakFinder per vedere quali monti avete intorno. Costa, ma se l’ho comparta io la possono comprare tutti – tirchia inside) continuiamo sul sentiero verso Poggio Conca (che si trova davanti a noi, 631 m) e piano piano, alla nostra destra, il crinale di Morello ci apparirà in tutta la sua bellezza con Poggio al Giro (747 m), Poggio Cassaccia (921 m), Poggio Cornacchiaccia (892 m) e Poggio all’Aia (934 m). Inoltre, sempre sulla destra, vedremo anche l’ex cava di Paterno dall’alto.

Crinale di Morello

Diciamo che in questa parte i segni del CAI scarseggiano, anche perché non ci sono alberi, è tutta vegetazione bassa, quindi seguite sempre il sentiero più battuto (ed andate dritto).

Quando passerete da Poggio Tentinosi e da Poggio Conca, vi accorgerete che c’è qualcosa di diverso rispetto al resto del percorso fatto. Questo perché queste zone sono delle doline, ossia dei fenomeni carsici (caratteristici delle rocce calcaree). L’acqua piovana, scorrendo, scioglie il calcare allargando le fessure che pian piano si uniscono fra loro formando una depressione nel terreno che è la dolina (spiegato proprio in modo base, vi metto anche un’immagine presa dall’internet).

Superiamo quindi Poggio Conca, salutiamo le doline ed i bei panorami a 360° ed iniziamo a vedere delle case (questa frazione si chiama sempre Poggio Conca).

Il sentiero prosegue sempre dritto, ma ad un certo punto troverete il cartello per andare a Poggio Conca Home Restaurant dove io vi consiglio di andare, anche solo per prendere un caffè (magari chiamate prima). In una grande e bella casa rosa vi aspettano Silvia, Massi, Spotty ed anche qualche gattino. Vi faranno sentire come a casa, da mangiare è ottimo ed hanno pure un bel caminetto (mi immagino già lì a bere la mia cioccolata calda in inverno). Magari vi fermate per pranzo, tanto dopo è tutta discesa!

Io mi sono innamorata di loro la prima volta che li ho visti e, purtroppo per loro, non si libereranno di me facilmente. Tra l’altro qui vengono fatte tante serate carine: la serata astronomica, quella a base di coccoli (amo) e fritto vario, etc. Vi lascio il link alle loro pagine

Instagram: https://www.instagram.com/poggioconca/

Facebook: https://www.facebook.com/poggioconca

Fatta o non fatta la deviazione riprendiamo da dove eravamo rimasti.

Il sentiero ci riporta su strada asfaltata dove prendiamo quasi subito la strada bianca sulla destra (CAI 64) in discesa che è via del Bucinaccio che ci riporterà fino a Paterno. Anche questa strada è molto carina perché incorniciata dal bosco. State attenti solo a non finire a Iribbiano (ad un certo punto la strada continua sulla sinistra e non a dritto, cosa di cui mi sono accorta troppo tardi). Inoltre, lungo questa incontreremo varie case belle: Le Case (un agglomerato di case, che fantasia!), Fecciano e Le Panche. Attenzione in fondo alla strada, poco prima di ritornare sulla strada asfaltata, sulla sinistra c’è il cimitero che purtroppo non ho visto perché questa parte l’ho fatta a corsa (ma rimedio molto presto).

Da qui l’anello si chiude e proseguendo sulla strada asfaltata torniamo alla macchina.

Spero che questo anellino vi sia piaciuto e ringrazio tanto Sergio, del Bonaugo a San Piero a Sieve (Carbonara Top – quando ancora mangiavo la carne) per avermelo suggerito.

Mi piace dare risalto a luoghi un po’dimenticanti, un po’ sconosciuti ed un po’ “Ma lì cosa vuoi che ci sia”. Sono i posti più belli perché inaspettati.

Qui trovate il percorso

https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/paterno-oltre-la-cava-113667142

Come al solito se fate il percorso, se trovate errori, se avete altre informazioni su queste zone, se mi volete consigliare qualche percorso, se mi volete suggerire qualche CIMITERO da visitare…Scrivetemi!

Buona escursione

Grazie di cuore